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Lavoro subordinato o libero professionista ?

È una domanda ricorrente per tutte le persone che si affacciano sul mondo del lavoro. Per chi ha già avuto un’esperienza lavorativa come subordinato si sa che il datore di lavoro ha la posizione dominante come da contratto. Il libero professionista è una figura molto diversa. La tipologia prende piede da quella di lavoratore para subordinato, cioè quasi subordinato. Lasciando le definizioni del diritto, si può affermare che il libero professionista può essere colui che cerca di togliersi da un rapporto di subordinazione per cercare fortuna in una propria attività. Il lavoro subordinato è caratterizzato dal rapporto con i colleghi e il capo cioè si hanno diversi collegamenti all’interno dell’azienda, il libero professionista può associarsi oppure lavorare in autonomia. Nel lavoro subordinato si può instaurare una sorta di lavoro in gruppo. Il lavoratore autonomo non ha queste possibilità e giorno per giorno deve crearsi delle opportunità. Quindi perché procedere con la soluzione da libero Professionista? Semplicemente per necessità il lavoro subordinato alle dipendenze di un unico capo deve prima o poi esaurirsi, la necessità di un collaboratore prima o poi si esaurisce oppure si ha necessità di una figura diversa. Ecco la necessità di reinventarsi di trovare un nuovo modo di porsi nel mondo del lavoro, a quel punto non ci sarà bisogno di aspettare che termini il lavoro del cliente perché questo richiederà una prestazione singola su un unico progetto. Esaurito il progetto singolo cioè la commessa di un primo cliente si ottiene la fatturazione il pagamento del compenso del lavoro svolto. La difficoltà è quella di trovare questo cliente da cui partire per mettere sul campo le proprie abilità; infatti, il lavoro autonomo compete a diverse materie, le figure più comuni che si possono immaginare sono gli avvocati, i commercialisti e gli ingegneri. Tutti e tre gli esempi possono anche svolgere lavoro subordinato. Ad ogni modo un professionista prima deve imporre la propria figura cioè la pubblicità, la promozione di sé stesso, poi dimostrare le proprie capacità sulla commessa richiesta dal cliente, che si è rivolto a lui grazie al primo stadio di questo processo. Il processo nell’affermazione di sé può avvenire tramite la creazione di un sito web in cui l’autore può esprimere le proprie idee riguardo il proprio progetto, la clientela a cui vuole imporsi, gli strumenti che vuole utilizzare, mi riferisco in particolar modo alla figura dell’ingegnere che dovrà utilizzare macchine per la propria attività. Sicuramente in questo senso si avrà a disposizione un tesoretto che potrà essere usato per le spese riguardanti le attrezzature necessarie al lavoro, proveniente da enti pubblici o privati che sono disposti a finanziare progetti che permettono un innalzamento culturale della comunità. In questo caso mi riferisco sia ad enti pubblici oppure grandi monopoli privati, cioè ad aziende che sono responsabili dello sviluppo o comunque della salvaguardia della collettività. La figura del libero professionista è molto dipendente da questo investimento iniziale che pregiudica tutto il progetto, anche se questo può avere orizzonti temporali molto maggiori rispetto a quello di un lavoro subordinato. Mi riferisco al fatto che la qualità dei contratti è comunque molto bassa cioè ciò che ci si può aspettare non ha poco a che fare con un impiego stabile, come si è detto questo dipende dalla quantità di lavoro prevista ad inizio mandato. Le possibilità che si prefigurano sono l’affidamento alle agenzie per il lavoro, che hanno però diritto di unicità di adesione, l’appoggio per le nuove attività al centro per l’impiego che fungerà da primo interlocutore dell’azienda.
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