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T-Factory Mind Milano
Futurabili Milano
Ho avuto la possibilità di entrare nel distretto MIND (Innovation district) per assistere a un’esperienza formativa dal nome futururabili cioè aperta a studenti o comunque professionisti interessati alla tecnologia, in particolare l’esperienza verteva sui materiali innovativi. Sono stato informato da questa iniziativa tramite il sito web di Mind, perché ero venuto a conoscenza che palazzo Italia costruito per rappresentare l’Italia all'expo di Milano era stato riconvertito a un acceleratore di startup o comunque un polo per l’innovazione tecnologica. Mi sono interessato e sul sito ho trovato questa opportunità che si svolgeva all'interno del distretto.  Effettivamente Palazzo Italia c’è ed è suggestivo con un rivestimento bianco che ricorda una rete che si infittisce verso il basso. In lontananza si vedono anche gli alberi della vita che sono rimasti come esposizione. L’attività si svolge negli edifici che precedono il palazzo sulla via principale del distretto il Decumano. L’attività si tiene nella Rold Academy che si raggiunge superando l’ospedale Galeazzi e la fondazione Triulza sulla via principale. L’esperienza è iniziata con una presentazione iniziale dell’esperto sui suoi studi e sulle esperienze di ricerca: Ing. Magliavacca. L’attenzione si sposta subito sull'ambito dei materiali di ricerca che trovano principali applicazioni nella sicurezza intesa nel suo complesso. Una buona conoscenza del materiale permette di determinare il grado con cui sarà esposto al rischio di rottura, garanzie sul materiale determinano la sicurezza della struttura. Il primo impatto all'inizio della spiegazione è che c’è ancora margine per la ricerca sui materiali in ambito industriale. Ottenere buona proprietà su tanti prodotti non è facile ma possibile grazie a un preciso controllo sul processo produttivo, sul materiale iniziale di partenza e sulla qualità del risultato. Il focus della lezione si sposta sul grafene e la grafite, i protagonisti di questa esperienza poiché sono i materiali più studiati del momento e l’esperienza pratica al laboratorio sarà quella di dividere granuli di grafite da un liquido. Le aziende che ottengono grafene tramite un processo fisico sono alcune nel Nord italia, perché le applicazioni sono numerose; dall’elettronica: il grafene è utilizzato come transistor, nei rivestimenti combinato con il rame permette di avere particolari proprietà superficiali, nel tessile: abbinamento con un pattern permette di distribuire bene il calore, nel trattamento delle acque: permette di assorbire l’olio. L’applicazione principale che determinerà l’effettivo incremento di utilizzo è il campo automotive: le auto elettriche e quelle a idrogeno necessitano di componenti che dovranno essere ingegnerizzati in ogni loro aspetto: le batterie. Sarò più preciso in seguito su questi argomenti perché meritano davvero un approfondimento. Sarà un obiettivo quello di portare in un modo più semplice la comprensione delle Fuel Cell cioè quei dispositivi che permettono di ottenere dall'aria e dall'idrogeno elettricità e vapore acqueo. A questo punto abbiamo eseguito la procedura in laboratorio per dividere il grafene da un liquido tramite un processo che permette di ottenere granuli solidi partendo da una soluzione, basta riscaldare il composto e agitare tramite un’ancoretta e pian piano si ottiene la separazione del grafene. Passiamo alla seconda parte dell’esperienza: la spiegazione di cos'è un polimero e di come ce ne siano di naturali esempio la cellulosa. I Polimeri sono materiali composti da grandi molecole detti monomeri che si allineano in lunghe catene tutte mischiate e attorcigliate ma rese rigide da legami idrogeno che si attivano quando queste catene si avvicinano. L’obiettivo del futuro è quello di sinterizzare dei polimeri partendo da elementi naturali come il latte oppure l’aceto. In questa ottica la plastica non è più il danno ma la soluzione per la sostenibilità ambientale. Dall'inglese questi materiali prendono il nome di bio-based material. Sembra impossibile che dal latte si possa ottenere un prodotto inorganico, ma tramite l’utilizzo di un giusto addensante si ottiene davvero un polimero abbastanza resistente da non sfaldarsi e per resistere un po’ in trazione. Anche dall'aceto è possibile fare un esperimento analogo ma si ottiene qualcosa di più gommoso e trasparente. Il pomeriggio si conclude con la possibilità di affrontare individualmente con l’esperto gli argomenti trattati o qualcosa di attinente. Il progetto MyMeC-Canica non può che trarre vantaggio da un’esperienza di questo tipo, soprattutto se si parla di materiali che avranno largo utilizzo nella vita quotidiana. Lo studio delle plastiche, infatti, non può essere censurato se in realtà questo permetterà un nuovo tipo di prodotto più rispettoso dell’ambiente. Le applicazioni invece del grafene risultano più interessanti per la grande industria delle automobili, sarebbe davvero una grande sfida poter lavorare ad un progetto tanto ambizioso, nell'ottica di potenziare tutto il settore del motore automobilistico.


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